L’obesità: una condizione fisica che, oltre a rappresentare un rischio per la salute, può trasformarsi in una pesante zavorra emotiva. Lo sa bene chi, come me, ha vissuto sulla propria pelle lo stigma del peso corporeo.
Anestetizzata: questa la sensazione che dominava i miei anni del liceo. Un’invisibile corazza che soffocava la mia autostima e mi impediva di vivere appieno le relazioni con gli altri. Paura del giudizio, inadeguatezza, solitudine: questi i demoni che tormentavano la mia anima.
Più chili, meno valore: era questa la distorta equazione che imprigionava la mia mente. Un mantra negativo che alimentava un circolo vizioso: l’isolamento mi spingeva a cercare conforto nel cibo, il cibo aumentava il mio peso, il mio peso alimentava l’isolamento.
Un corpo “perfetto” per nascondere un’anima ferita: questa la maschera che indossavo per il mondo. Un sorriso forzato per celare un dolore lacerante.
La terapia: la chiave che ha aperto le porte alla mia rinascita. Un percorso di consapevolezza che mi ha permesso di dare un nome alle mie paure, di sconfiggere lo stigma interiorizzato e di trasformare il mio corpo da “distanziatore” a “strumento” di incontro con gli altri.
Non sei solo: questo il messaggio che voglio lanciare a chi, come me, ha combattuto o combatte contro lo stigma del peso corporeo. Se ti senti anestetizzato, solo e inadeguato, sappi che la guarigione è possibile.
Condividi la tua storia: non aver paura di abbattere il muro di silenzio che ti imprigiona. Aprirsi all’aiuto e al sostegno è il primo passo verso la libertà.Insieme possiamo abbattere lo stigma del peso corporeo: uniamoci per costruire un mondo più inclusivo e compassionevole, dove il valore di una persona non sia misurato in chili, ma nella bellezza della sua anima.